CoronaVirus a Milano: i numeri della "crisi"

CoronaVirus a Milano: i numeri della "crisi"

L'emergenza da CoronaVirus è risultata essere un duro colpo per le attività milanesi che, vista la situazione, hanno subito danni pesantissimi causati dalla paura dei cittadini a recarsi nei piccoli esercezi nonché nelle altre attività del territorio.

«Sia nel tavolo regionale che in quello nazionale, abbiamo chiesto che le stesse salvaguardie che saranno adottare per la zona rossa siano estesa alla zona gialla, cioè tutta la Lombardia, sperando che non ci siano ulteriori ricadute nel tempo che ci sia un danno reputazionale, una sorta di onda lunga i cui effetti non possono essere calcolati ora». C'è rassegnazione tra gli esercenti, ma anche voglia di mettersi in gioco, spiega il Presidente di Confesercenti Milano, Andrea Painini: «Ora c'è bisogno di ritornare alla normalità e ad avere una reazione meno istintiva alle crisi. Noi confidiamo in una rapida riapertura delle scuole per un ritorno alla vita quotidiana e alla serenità».

I parrucchieri stanno subendo una diminuzione degli incassi dal 35 al 50%, i fast food circa del 60%, i mercati rionali pressapoco dell'80%, i ristoranti e i pub dal 75 al 90%, l'autonoleggio con conducente fino al 95% in meno, per poi arrivare all'immobiliare che è del tutto fermo.

A Milano ci sono circa 30mila camere d’albergo che l’anno scorso avevano un tasso di occupazione superiore al 90%. Se, come suggeriscono i dati dei nostri associati, l’occupazione di marzo sarà in media attorno al 20% vuol dire che ogni giorno ci saranno 21mila camere vuote rispetto all’anno scorso pari a una perdita di 2,1 milioni di euro al giorno se consideriamo un costo medio della camera pari a 100 euro.

«Ogni giorno che passa gli hotel dell’area metropolitana perdono 1,8 milioni: a fine marzo il conto rischia di superare i 60 milioni di euro - spiega il presidente di ATR Rocco Salamone - Nel 2018 Milano inoltre ha potuto contare su 1 milione di presenze nel mese di marzo di cui 600mila straniere che detenevano il record della più alta spesa sul territorio anche per shopping, cibo e intrattenimento». 

«Se pensate che la spesa in hotel rappresenta circa un terzo delle spese di viaggio dei turisti, potete capire come il mancato indotto per la città sia una cifra ancora maggiore. Per questo serve che riprendano gli eventi e le manifestazioni che portano nuovi clienti a turismo, ristorazione e commercio. - continua il Presidente ATR - Ringraziamo Sala per aver richiesto la riapertura del Duomo come simbolo della rinascita di Milano, un’operazione anche a nostro avviso importante, ma adesso insieme alla cultura bisogna far ripartire il business, ovviamente con le dovute precauzioni da adottare per contenere i contagi da coronavirus. Abbiamo piena fiducia nelle nostre Istituzioni e per questo siamo disponibili a sposare e sostenere le campagne di promozione che serviranno per accelerare il rilancio in primo luogo della nostra Milano».

«Oggi il danno per la nostra categoria non riguarda più solo i turisti cinesi ma tutti i viaggiatori che stanno riprogrammando le proprie presenze a Milano. Per questo nei prossimi giorni diventerà necessario aprire la discussionesu crediti d’imposta o sospensione dei tributi per gli operatori del turismo danneggiatinonché misure straordinarie a partire dalla cassa integrazione» - conclude Salamone.

Per ulteriori informazioni, contatta la Segreteria di Confesercenti Milano: [email protected]


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