Intervista al nuovo Presidente Confesercenti Milano Andrea Painini
Presidente, la sua elezione alla guida di Confesercenti Milano arriva in un momento ancora difficile per l’Italia: il 2014 sarebbe dovuto essere l’anno della ripresa, ma nella prima metà dell’anno sono proseguite le difficoltà della nostra economia, con consumi e pil ancora in territorio negativo. Di quali interventi c’è bisogno per archiviare – finalmente ed una volta per tutte – la crisi?
Non sarò originale nel dare questa risposta, in quanto Confesercenti ha già più volte sollecitato il Governo su quelli che possono essere gli interventi più urgenti che, a mio parere, in ordine di importanza sono: diminuzione della pressione fiscale, incentivi alle aziende che assumono giovani e ed introduzione di formule contrattuali ad hoc per le diverse categorie d’impresa, semplificazione della P.A. e snellimento degli iter amministrativi (qualcosa si sta già facendo), creazione sistemi economici virtuosi che permettano al consumatore di “scaricare” il maggior numero di acquisti, anche su beni di consumo, disincentivando così il sommerso.
Quali sono, invece, gli interventi specifici che chiedono gli imprenditori del suo territorio?
L’area metropolitana milanese, la Brianza ed il lodigiano sono territori ricchi di operosi imprenditori, principalmente PMI, che passano la stragrande maggioranza del loro tempo al lavoro, concentrati sull’ attività e su come far quadrare i conti a fine mese: la richiesta che arriva da questo tessuto imprenditoriale, così numeroso e vario, è principalmente legata all’alleggerimento del carico fiscale che ha da tempo raggiunto livelli insostenibili.
Tra ritardi ed indagini della magistratura, l’Expo sembra essere diventato un problema ancora prima che essere un’occasione per l’imprenditoria italiana e quella lombarda in particolare. Cosa bisogna fare, adesso, per rilanciare l’evento?
“Non ti curàr di lór, ma guarda e passa”….non ci possiamo permettere brutte figure, è vero, errori ce ne sono stati e ce ne saranno, ma Expo deve andare avanti e deve essere un’opportunità di crescita per quella parte “sana” dell’imprenditoria che si confronta onestamente col mercato di tutti i giorni. Solo il tempo ci dirà se l’esperienza di EXPO sarà stata vincente come quella di Shangai, che ha avuto ricadute positive su tutto il paese, o se sarà una boomerang negativo come le Olimpiadi per la Grecia.
Nel corso dell’Assemblea annuale di Confesercenti, il Presidente Venturi ha sottolineato l’aumento delle imposte sugli immobili, cresciute – secondo le stime Anama – del 78% tra il 2005 e il 2013. Qual è stato l’effetto di un uso così spregiudicato della leva fiscale sugli immobili?
Come Presidente di Anama Milano che come operatore del settore è una tematica che conosco molto bene: le compravendite, sia nell’ambito residenziale che in quello dei beni strumentali, sono da tempo in un ciclo negativo che non sembra ancora attenuarsi. Le ricadute sono molteplici, ad esempio per un’azienda è inevitabile che l’aumento dei costi vivi incida sul prodotto finito o sul servizio erogato, con conseguente perdita di competitività sul mercato e con la nascita dello stimolo di esternalizzare in un paese con meno pressione fiscale (ad esempio il fenomeno della fuga dalla Lombardia verso il Canton Ticino).
Dopo la vittoria alle elezioni europee, il Governo Renzi sembra aver accelerato sulle riforme: la scorsa settimana è stata varata la semplificazione fiscale per cittadini e imprese, che prevede – fra le altre cose – l’invio della dichiarazione dei redditi, precompilata, a casa dei contribuenti. La prossima settimana, invece, dovrebbe essere la volta della riforma del Senato. Che giudizio ne dà?
Come detto dal nostro Presidente nazionale Venturi, anch’io voglio credere che un’altra Italia sia possibile, quindi spero che il percorso intrapreso dal Governo Renzi porti ad un radicale cambiamento dell’apparato statale fino ad oggi concepito. Sappiamo che “le scelte che accontentano tutti in realtà non accontentano nessuno”, pertanto per rinnovare ci vorrà una buona dose di coraggio e determinazione. Credo inoltre, e lo dico con un po’ d’ ironia, che per mettere a posto molte cose non servano degli scienziati, ma basterebbe guardare con occhi sinceri una puntata di Report !
Dal 1° Luglio, invece, inizia il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Cosa chiedono le imprese milanesi ed italiane all’Europa?
L’Europa, ne sono dimostrazione gli spot televisivi che stanno andando in onda, è per molti ancora un concetto astratto, un “non luogo” dove la Germania dice agli altri paesi cosa devono fare e soprattutto quanto devono risparmiare. La CEE è una realtà ancora poco percepita nella vita quotidiana, anche se in ambito normativo, grazie anche alle recente direttiva Bolkestein, si è cominciato a capire che da li partono le più importanti indicazioni che il nostro Paese dovrà seguire. Le imprese milanesi, credo come la stragrande maggioranza delle imprese italiane, chiedono che la politica di austerity generalizzata cessi a vantaggio di interventi mirati ai singoli paesi membri, ognuno con le proprie peculiarità, nell’ottica di un reale sostegno al tessuto economico, senza per forza pagare “dazio” alle banche. L’Italia, nel suo semestre di presidenza, spero abbia le capacità di far sentire le proprie potenzialità di paese che vuole cambiare dall’interno e che sia leader in un Europa veramente comunitaria e solidale, che non lascia i propri membri in balia degli eventi (emergenza immigrazione).
Il Governo ha mostrato apertura anche sulla questione della deregulation degli orari commerciali, che mettendo a rischio quel grande patrimonio economico, culturale e sociale rappresentato dall’impresa diffusa e dal commercio di vicinato. Cosa si può fare di più per contrastare il fenomeno della desertificazione urbana e difendere e valorizzare i centri urbani delle nostre città?
In un recente convegno nella nostra sede provinciale, con la preziosa collaborazione del Politecnico di Milano, abbiamo analizzato come, in relazione agli effetti della trasformazione urbanistica, le attività commerciali cittadine siano variate nel tempo, sia da un punto di vista merceologico che da un posto di vista numerico. Per cercare di contrastare il fenomeno della desertificazione, che nella fattispecie milanese ha colpito il centralissimo distretto finanziario a vantaggio del nuovo asse Isola-Garibaldi, occorre capacità previsionale da parte degli amministratori locali che, di concerto con le Associazioni degli esercenti, devono anticipare le tendenze captando i segnali che arrivano dal territorio. Il risultato dell’analisi fatta dal Politecnico dimostra che, come nel caso di C.so Buenos Aires, per tenere alta l’attrattività di un quartiere, sia necessaria una regia condivisa fra Amministrazione comunale e Associazione di imprese e, che da parte degli operatori e dei proprietari immobiliari ci sia la volontà di adattarsi continuamente a nuove esigenze di mercato, sia da un punto di vista di proposizione del prodotto (mix merceologici) che da un punto di vista estetico-architettonico.