Pos. Confesercenti: alle imprese costa 5 miliardi l’anno. Il Presidente milanese Painini: Normativa nata un po’ zoppa.
L’obbligo di accettazione di pagamenti tramite carte di debito, scattato il 30 giugno 2014 è un intervento “pesante”, che si trasformerà in un costo aggiuntivo di circa 5 miliardi l’anno per le imprese e che rischia di essere per giunta poco utile, visto che la grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento a seguito dell’entrata in vigore dell’obbligo.
Inoltre, spiega Confesercenti, le commissioni sulle transazioni rischiano di annullare i margini di tabaccai, giornalai e gestori carburanti e quindi è necessario intervenire per apportare correzioni, prevedendo sgravi a imprese e consumatori per aumentare l’uso delle transazioni elettroniche.
Gli imprenditori si troveranno a sostenere aggravi di circa 1.700 euro l’anno ciascuno, secondo le stime dell’ufficio economico Confesercenti, che ha calcolato canoni, commissioni, costi di installazione e di utilizzo di una nuova postazione Pos per una PMI ‘media’ che realizzi 50.000 euro di transazioni elettroniche ogni anno.
Complessivamente, il ‘conto’ pagato dal totale delle imprese italiane per sostenere l’operazione ammonterà a 5 miliardi di euro l’anno. Una ‘tassa’ superiore per esborso al gettito dell’addizionale comunale dell’Irpef, e che rischia di mettere in difficoltà le imprese proprio nel momento in cui si vedono i primi barlumi di ripresa.
“Così concepita la normativa è già nata un po’ zoppa, per mancanza di sanzioni e aggiunta di ulteriori costi che ricadono sugli imprenditori – precisa Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano – Gli unici lati positivi sono dati dal fatto che, limitare la circolazione del denaro, diminuisce la possibilità per l’esercente di venire a contatto con malintenzionati e può aiutare a combattere l’evasione fiscale”.