Querelle Rescaldina, Bussoni: “così si distrugge il tessuto commerciale per favorire le grandi strutture”
La diffusione dei centri commerciali sta mettendo in ginocchio i negozi italiani: pensare che le grandi strutture creino più occupazione è “un abbaglio”. E’ quanto denuncia all’Adnkronos il Segretario Generale della Confesercenti Mauro Bussoni, intervenendo sulla ‘querelle’ su Ikea per l’insediamento di un nuovo centro commerciale a Rescaldina, a 30 km da Milano.
E proprio nel tentativo di rispondere a questa crisi e ripristinare un tessuto commerciale di grande valore per l’Italia, la settimana prossima sarà discussa in Parlamento una “proposta di legge di iniziativa popolare – annuncia Bussoni – sostenuta da oltre 150mila persone con la campagna Liberaladomenica promossa da Confesercenti contro l’apertura dei negozi nei giorni festivi”, elemento questo che va a vantaggio delle grandi strutture a scapito delle piccole. “Noi denunciamo il combinato disposto tra liberalizzazione edilizia e commerciale – attacca – i comuni hanno favorito l’espansione edilizia per le grandi strutture perchè gli oneri di urbanizzazione servivano ai bilanci dei comuni”. Ma, sottolinea ancora il Segretario Generale dell’associazione, “dietro l’abbaglio di questa logica si è costruito dicendo che si creava nuova occupazione in realtà si è distrutto un tessuto commerciale a favore delle grandi strutture, spesso periferiche”. Si tratta di ”strutture basate su un’offerta che prevede il punto principale delle vendite nei giorni festivi e pre-festivi quindi la liberalizzazione degli orari non è stata fatta per i consumatori ma per sostenere le grandi strutture commerciali a scapito delle piccole”.
Dati alla mano, secondo Confesercenti, “queste scelte hanno comportato una perdita di quote di mercato dell’80% nell’alimentare e del 60% nell’extra alimentare a scapito delle piccole realta’ italiane. Il tutto in una fase di crisi economica e dei consumi”. In pratica, insiste Bussoni, “si sono trasferite quote di mercato ai grandi tagliando fuori i piccoli”. Un fenomeno, questo, che ha comportato anche un degrado dei centri urbani. “Noi in più occasioni abbiamo segnalato il degrado delle citta’ a causa di queste politiche, nei centri italiani le vie principali presentano moltissimi negozi sfitti. Non c’è più un tessuto commerciale diffuso, manca occupazione”. Purtroppo, conclude, “nell’immaginario collettivo dei grandi centri commerciali si dice che le aperture festive favoriscono i consumatori, ma è una cosa fuori dal mondo perché la liberalizzazione dell’attività commerciale in Italia è distruttiva per quanto riguarda le città, ed è stata fatto ad unico vantaggio dei ‘big’”.