Banchieri: “Provvedimento parziale e contraddittorio, pensare a locali covid-free”.
“Si riapre dal 26 aprile? L’annuncio che ha inizialmente illuso e rasserenato gli oltre 340mila baristi e ristoratori sta diventando un incubo per la stragrande maggioranza di essi. A registrare un rallentamento delle restrizioni, lunedì, sarà meno di un ristorante o pub su due, quelli che hanno a disposizione uno spazio all’aperto da dedicare al consumo. E tra i quasi 150mila bar la quota è ancora inferiore”.
Così Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet Confesercenti.
“Dopo sei mesi di chiusura forzata a cena, di cui quasi quattro in zona rossa, la maggioranza assoluta delle imprese vede di nuovo slittare le prospettive di poter tornare a servire all’interno dei locali e solo a pranzo, non prima del prossimo primo giugno”, continua Banchieri.
“Si tratta quindi di un provvedimento parziale e contraddittorio, anche perché è esplicitamente previsto che altri locali al chiuso, come le stazioni di servizio stradali, possano tranquillamente permettere il consumo all’interno. E che genera non solo distorsioni concorrenziali tra chi ha e chi non ha dehors, ma anche nuove incertezze: come si fronteggeranno le avversità climatiche? Soprattutto, ci chiediamo come si farà a sostenere l’attività anche nei pubblici esercizi che potranno riaprire il servizio al tavolo, visto che gli spazi all’aperto valgono, in media, appena il 20% della capienza complessiva dei locali”.
“Mi sembra chiaro che sia necessario trovare una nuova soluzione, che tenga conto delle specificità dei locali – ad esempio la possibilità effettiva di areazione – e che preveda la possibilità per le Regioni di gestire in autonomia e con specifici accordi le deroghe. Ma dobbiamo pensare anche ad un modo per utilizzare il pass vaccinale: limitando la possibilità di consumo al chiuso a chi ne dispone, potremmo permettere ai locali senza spazi all’esterno di ripartire come pubblici esercizi COVID-free”.
"Le riaperture, in questo modo, sono una presa in giro. Si acceleri sul Green Pass e si consenta alle persone che ne sono in possesso di consumare all’interno di tutti i bar e ristoranti, rendendoli di fatto locali Covid-Free già dalla prossima settimana e per tutta la durata di questa fase transitoria. Che comunque auspichiamo duri meno dei trenta giorni previsti”- continua Banchieri.
“Permettere di riaprire solo all’aperto vuol dire, di fatto, escludere dalla ripartenza la maggioranza assoluta delle imprese. Non solo: la capacità dei dehors – di solito non superiore a un quinto di quella complessiva del locale - è del tutto insufficiente a sostenere l’attività. Al danno, oltretutto, si aggiunge la beffa di un meteo che si preannuncia difficile per tutta la settimana di ‘ripartenza’”.
“Il Green Pass è ritenuto una garanzia sufficiente a garantire gli spostamenti tra regioni ed addirittura tra Paesi: sarebbe del tutto illogico, e quindi inaccettabile, se non fosse sufficiente per permettere di frequentare il bar sotto casa o il ristorante. Ci sono già 5 milioni di vaccinati totali nel nostro Paese, a cui si aggiungeranno altri milioni nelle prossime settimane. Sarebbe veramente assurdo impedire ad un ristorante che accetta solo clienti dotati di Green Pass di riprendere il servizio anche dentro al locale. Chiederemo a Fedriga e agli altri presidenti delle Regioni di valutare e predisporre tutte le direttive per autorizzare i locali COVID-free: sarebbero anche un elemento di attrattività turistica per il nostro Paese”.
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