Venturi: “Ora stabilità e un piano economico coraggioso”
“Le grandi difficoltà in cui versa il Paese stanno facendo crescere in modo preoccupante il disagio sociale ed economico. Un disagio che va gestito con un urgente piano di ripresa economica. - ha sottolineato il presidente Marco Venturi durante la Presidenza Nazionale - C’è un’ecatombe di imprese che continua e che richiede interventi forti per frenare questa drammatica tendenza.
Il confronto sul futuro della nostra economia, però, può esser produttivo solo con un Parlamento ed un Governo stabili, che siano in grado di operare per rilanciare la crescita, per favorire la coesione sociale, per stabilizzare le imprese ed il lavoro.
Il recente responso uscito dalle urne va, al contrario, in un’altra direzione: quella della incertezza e dell’instabilità. Confusione ed incertezza hanno già favorito la dispersione del voto e questo consiglia di pensare a regole più stringenti per il futuro attraverso una nuova legge elettorale.
Governare sarà difficile: ma nessuno pensi di risolvere con nuovi prelievi fiscali in un momento in cui è indispensabile che il fisco faccia significativi passi indietro. Proponiamo la ricetta da noi avanzata prima del voto ai leader politici: procedere a rilevanti tagli della spesa, da destinare all’abbattimento della pressione fiscale che grava su Pmi e famiglie. Questa è la via giusta per favorire gli investimenti e l’occupazione da parte delle imprese e maggiori consumi dalle famiglie.
Alle maggiori rappresentanze parlamentari in particolare, chiediamo di accantonare velleità politiche, partite a scacchi e di ragionare rapidamente sul che fare, incominciando dagli interessi del Paese. A partire da una legge elettorale che assicuri la governabilità, perché il voto è finalizzato ad assicurare un governo del Paese e non a fare gli interessi dei partiti.
Non è più il tempo delle ideologie e delle trincee: è il momento della responsabilità, in cui bisogna pensare all’Italia ed agli italiani. Farlo vuol dire mettere in moto il Paese, ridare speranza e futuro ai giovani, incoraggiare gli investimenti, la crescita, l’innovazione delle imprese ed il lavoro.
Per questo motivo abbiamo già chiesto di agire con tagli selettivi alla spesa che colpiscano gli sprechi nella pubblica amministrazione, nella sanità, nella stessa struttura istituzionale, nelle società partecipate dagli enti locali e negli stessi incentivi alle imprese. Si otterrebbero, a regime, 70 miliardi di risparmi da utilizzare in modo preciso cominciando con alcuni interventi anticipatori ed immediati:
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25 miliardi per abbattere il prelievo Irpef, riducendo le aliquote, a partire dai redditi medio-bassi ed avviando un primo intervento di adeguamento dei redditi delle pensioni più bassi;
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7 miliardi per ridurre l’Irap, con un innalzamento della franchigia di esenzione per le piccole imprese e riducendo dalla base imponibile il peso del costo del lavoro;
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scongiurare il previsto aumento dell’Iva dal 21 al 22% e tornando invece al 20%, impegnando 8 miliardi.
Nessuno può ignorare che il voto delle recenti elezioni politiche ci affida un preciso segnale, quello del cambiamento, con i vecchi schemi della rappresentanza che saltano in aria. Il voto non si divide più per appartenenza, ideologia, promesse. E sono soprattutto i giovani quelli che rifiutano questi schemi, perché non danno loro speranza.
Di conseguenza non si può più tergiversare: il Paese non ne può più e la cosa peggiore che si può fare è lasciarlo nel 2013 ancora in balia della crisi. Occorre una svolta, profonda, reale e capace di ridare fiducia alle imprese e alle famiglie”.